L'estate è nell'aria
Ogni anno a un certo punto si respira un'aria nuova, nei campi il grano ormai alto si lascia accarezzare dalla brezza tra i papaveri rossi, i cinguettii si mescolano ai rumori delle attività umane, mentre le robinie si vestono dei loro grappoli bianchi odorosi, il cielo si tinge di azzurro pastello e i canali riflettono tutte le tonalità del verde, per strada gli scolaretti corrono con un nuovo entusiasmo, al pensiero che la scuola sta per finire.
Già di mattina presto con invadenza il sole cerca di entrare da ogni piccolo spiraglio, attraverso gli scuri delle finestre, con la sua luce vuole illuminare ogni cosa, per svegliarti ancor prima che Morfeo abbia lasciato il posto alla veglia. Viene a ricordarti che è quasi estate. E poi quando di sera i grilli rendono vivace il buio, se il vento cambia direzione e i tigli del viale portano il profumo dei loro fiori fin sulla tua finestra e dentro la stanza, quasi per magia non senti più rumori di macchine o degli aerei passare, se socchiudi gli occhi un istante, ti sembra di trovarti chissà dove ...
L'estate nell'immaginario collettivo possiede un so che di speciale e leggero, forse perché associata alle vacanze e a un senso di libertà, agli interminabili pomeriggi, all'odore del mare e le canzoni, o a una strada bianca polverosa sotto il sole, caleidoscopi di colori caldi che si rimescolano in un megaschermo proiettato dentro un'altra dimensione.
Alla stregua di un contagio a cui nessuno può sottrarsi, l'estate coinvolge un po' tutti, cominciando da quelli che soffrono il caldo e si barricano in casa, fino a quelli caratterialmente grigi come l'inverno, che se li incontri adesso, hanno un'aria diversa dal solito e sprigionano un'energia migliore. Ti salutano per primi e ti aprono la porta dell'ascensore. I bar del centro già da un po' hanno attrezzato tavolini e sedie all'aperto, con grandi ombrelloni, anch'essi sembrano volersi dare un tocco vacanziero.
Come nel sabato del villaggio, i preparativi di una festa sono quasi la parte migliore della stessa ricorrenza, perché l'attesa è carica di aspettative e ognuna contiene già un assaggio, un anteprima dell' evento che si prepara. Ma si tratta di un pensiero ancora allo stato embrionale, ancora intangibile e collocato in un tempo imprecisato. Cosicché l'estate attesa diventa manifestazione di uno stato mentale, la trama prefigurata di un sogno che si dovrebbe compiere, dove c'è spazio per ogni desiderio perché, dopo ogni cosa potrebbe accadere.
Ovviamente l'estate "pensata" avrà anche scenari reali, ma come si addice alle manifestazioni importanti, per l'evento saranno attrezzati luoghi idonei, predisposti sia da madre natura che per mano dell'uomo, dove la " manifestazione " avrà il suo svolgimento, con i risultati attesi. Ad esempio quì in pianura l'estate passa quasi inosservata, è solo una delle quattro stagioni dell'anno, più che da trascorrere, è da sopportare, come un passaggio obbligato, quì non ci sono monti, né mare, solo zanzare, afa e temporali, per cui quando se n'è andata, è quasi un sollievo.
Nessun viaggio della fantasia potrebbe partire da zero, senza attingere dal passato, dal ricordo dei luoghi e dalle esperienze vissute, dagli incontri importanti con persone conosciute e non, come in un lungo romanzo di cui ogni puntata corrisponde a un'estate già passata, mentre quella che arriva è il nuovo capitolo ancora da scrivere.
Così inconsapevolmente, mentre ci apprestiamo a entrare nel sogno imminente, passiamo velocemente in rassegna le esperienze già vissute, forse nel tentativo di ripescarne qualcuna e ricucire la trama dal punto in cui si era interrotta. Ma ciò non si avvera quasi mai e forse è meglio così, come quando svegliandoci da un sogno gradevole, abbiamo cercato di riaddormentarci per riacciuffarlo, ma senza alcun successo, è impossibile prevedere o controllare il nuovo che sopraggiunge, sicuramente sarà diverso lo scenario, con nuove comparse e con attori che mancheranno all'appello, non sappiamo se sarà veramente così speciale e se sapremo entrare bene nel nostro sogno.