La carota mostruosa

 

Sebastian quel giorno era tornato tutto contento. La sua maestra, tipo molto particolare, anche per via della sua minuscola statura, aveva assegnato un compito di scienze, ma non si trattava della solita prova, infatti egli frugando in fondo alla cartella, afferrò un foglio di quaderno tutto accartocciato, lo srotolò e tirò fuori una piccola carota. “La maestra mi ha detto che devo piantarla e osservarne la crescita”.

 

Come esemplare di carota era piuttosto malandato, quell'ortaggio un po' appassito, sembrava di quelli dimenticati da tanto tempo in frigo, si vede che l'insegnante aveva deciso di dare a quel “reperto” un destino un po' meno inglorioso della semplice pattumiera dell'umido. Sul nostro balcone, al quinto piano, tra i vasi da fiori, ne trovammo uno libero con già dentro della terra e decidemmo che quella sarebbe stata la collocazione più giusta.

 

Tutti i giorni annaffiavamo quella piccola radice, ma per tanto tempo questa non si decise mai a dare segni di vitalità. Pensavamo: Magari la bassa temperatura del frigo l'avrà talmente tramortita, che poverina non ce la fa più a riprendersi. Ci eravamo quasi rassegnati all'idea, quando una mattina successe qualcosa di veramente terribile e inaspettato!

 

La porta che da sul balcone non si riusciva più ad aprire, perché qualcosa di molto ingombrante la ostruiva. Anche la luce faceva fatica a entrare in casa. Sul momento facciamo fatica a capire cosa sia successo, ma presto ci rendiamo conto che quella barriera era proprio la carota a crearla. Si stava sviluppando mostruosamente!

 

Oltre al tronco diventato gigantesco assieme al fogliame, tante propaggini si estendevano in giù fino a conficcarsi nel giardino al piano terreno. Sembravano delle liane, ma molto più possenti. L'amministratore del condominio, preoccupato per le possibili intrusioni da parte di ladri attraverso quelle protuberanze, per le notti successive incaricò tre poliziotti, residenti nella palazzina, per la vigilanza armata.

 

I topi d'appartamento per l'occasione non si fecero attendere, ma le guardie erano dei tiratori scelti e non li mancavano appena loro tentavano l'arrampicata. In pochi giorni le radici che prima occupavano il giardino condominiale, attraversarono la strada, cominciando a invadere ogni pezzetto di terreno.

 

Il paesino era paralizzato, la protezione civile allertata, tutti cercavano di fare qualcosa , ma contrastare la crescita di quelle invadenti e gigantesche propaggini era impossibile, anche l'estensione della verzura verso l'alto cominciava a destare preoccupazioni, non essendo provvista di segnaletiche luminose, avrebbe costituito un'insidia per la navigazione aerea. Bisognava fare qualcosa, ma nessuno sapeva come, per riprendere il controllo della situazione. Arrivarono giornalisti, tecnici, ingegneri, scienziati, e la notizia fece subito il giro del mondo.

 

Come una gigantesca piovra, la pianta, con le sue succulente radici aveva ormai preso possesso di strade e aiuole e campi della cittadina, che era ormai ridotta alla disperazione. Quando un giorno, un magnate dell'industria dei succhi di frutta, ebbe un lampo di genio, ebbe l'idea di sfruttare quella abbondante risorsa per la sua fabbrica..

 

Fece arrivare macchinari, gru e grandi camion, che cominciarono a frazionare quell'enorme mostro vegetale e a portarlo via. Da quegli ingombranti tronchi l'imprenditore cominciò a estrarre succo di carota a basso costo e con una capillare campagna pubblicitaria , lanciò il prodotto, decantandone le speciali proprietà organolettiche: “Puwerfull juice” (succo potente) era il nome dato alla bevanda e gli spot pubblicitari imperversavano su tutti i network. Fu così distribuito su vasta scala, mentre in tutte le scuole del luogo, grazie a una convenzione speciale, si poteva attingere gratuitamente il succo dai distributori automatici, forse per via della novità, tutti i ragazzi ne consumavano in grande quantità, preferendolo a qualsiasi altra bevanda.

 

Tutta la cittadina sembrò risollevata da questa idea geniale, anche la viabilità nelle strade principali era ripristinata e la vita era quasi tornata alla normalità di sempre. A scuola si parlava spesso del misterioso fenomeno e qualche insegnante colse la palla al balzo per assegnare ai ragazzi una ricerca sulle mutazioni genetiche.

 

C'è un'esclamazione, che a tutti gli adulti sarà capitato di pronunziare, a proposito dei ragazzi: “Crescono a vista d'occhio!” Ma si sa, ad pgni cosa c'è un limite e una misura! Infatti stava presentandosi un nuovo problema, forse più preoccupante del precedente. I ragazzi, tutti i giovani de età scolare del paese, in brevissimo tempo, crescevano a una velocità strabiliante e la loro statura raggiungeva proporzioni abnormi, tanto che a distanza di giorni non entravano più nei loro vestiti. Le loro camerette e i lettini risultavano minuscoli e insufficienti. I genitori, che in un primo momento sembravano contenti, per questa rapida crescita dei loro ragazzini, subito dopo iniziarono a preoccuparsi, notando che in poco tempo loro si ritrovarono molto più piccoli degli smisurati figli. I banchi di scuola risultavano minuscoli e sproporzionati, persino le porte non erano alte a sufficienza per il passaggio degli studenti.

 

L'allarme giunse all'Autorità Sanitaria Locale. Bisognava prendere un provvedimento immediato ed efficace. Venne propagato un provvedimento a effetto immediato per la tutela della salute pubblica, che vietò la diffusione e il consumo di ogni derivato della carota indiziata.

 

Fu nominata una commissione di inchiesta, che dopo accurate indagini risalì all'origine del problema provocato da una carota dalla crescita forzata. In seguito a una perquisizione, fu scoperto un piccolo laboratorio genetico in versione casalinga e dovette dare più di una spiegazione, quell'insospettabile e minuscola insegnante di scienze, che si divertiva nel fare esperimenti con gli ormoni della crescita.

 

 

 

 

 



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